Se si fa in quattro per renderti felice, è una Pizza ! - Corbelli 1958
Se si fa in quattro per renderti felice, è una Pizza !

Siate sinceri, chi di voi, in questi primi weekend di quarantena, non ha sentito la mancanza di una buona pizza in compagnia?

Da quanto appare sui social è chiaro che noi italiani, messi a dura prova, non siamo pronti a rinunciare alla tanto attesa pizza del sabato sera, ma anzi ci rifugiamo nel comfort food da noi più amato per riportare un po’ di normalità nelle nostre case.

Travolti dall’ondata di entusiasmo per la pizza fatta in casa, anche noi di Corbelli ci siamo improvvisati pizzaioli per una sera, pronti a mettere alla prova la nostra manualità in qualcosa che è molto diverso dal fabbricare calzature.

Volete sapere com’è andata?

Chi, come noi, è poco esperto nell’arte dell’impastare ed ha provato ad avventurarsi sul web per ricercare la ricetta della pizza perfetta, si sarà reso conto della quantità travolgente di informazioni sull’argomento. Un vero rompicapo per i non addetti ai lavori!
Noi che crediamo così fortemente nel valore dell’esperienza, non potevamo che affidarci ad un’amica generosa, pizzaiola per passione, che ci ha messo a parte della sua ricetta storica.

La condividiamo con voi:

Per ogni kg di farina:

• 25 g di lievito di birra
• 3 bicchieri di acqua (pari a circa 600 g)
• Due cucchiai di olio
• Sale q.b.
• Salsa di pomodoro condita con sale, olio e origano
• Mozzarella e farcitura

Di fronte agli ingredienti schierati in fila sul piano di lavoro, i nostri pizzaioli di famiglia si sono avvicinati all’arte dell’impastatura con un atteggiamento creativo oppure più scientifico, in base alla propria personalità. Chissà se anche voi vi rivedete in queste descrizioni!

Il pizzaiolo creativo ha esordito con una pesatura sommaria degli ingredienti, per procedere con un’impastatura energica rigorosamente a mano. Ai consigli degli altri rispondeva generalmente con un “lo vedo a occhio”, oppure “mia nonna faceva così”.

Il pizzaiolo scientifico invece, che avrà passato i tre giorni precedenti a documentarsi a dovere sulla chimica della lievitazione, ha eseguito una pesatura minuziosa per poi armarsi di impastatrice planetaria. Se qualcuno si permetteva di fare delle osservazioni commentava con “la bilancia non era precisa” oppure “solo così otterrò un risultato riproducibile”.

Una volta impastata a dovere, abbiamo lasciato riposare per almeno 4 ore, dopodiché la pasta ben lievitata era pronta per essere stesa e condita a piacimento.

Nell’ordine abbiamo aggiunto: salsa di pomodoro, mozzarella e farcitura. Mono o bi-gusto, è imperativo che la pizza accontenti il palato di tutti.

Per finire, il momento che noi di Corbelli abbiamo amato di più in assoluto: la cottura, la vera magia.

L’attesa di fronte al forno ben caldo (circa 220°C), dove la pizza diventa dorata e la mozzarella inizia a filare, ha senz’altro ripagato degli sforzi fatti e il suo profumo appetitoso ci ha fatto sentire vicini gli uni agli altri … nel modo più gustoso che ci potesse essere!

Siamo curiosissimi di conoscere la vostra esperienza: che ricetta utilizzate? Siete degli impastatori creativi o sostenitori del metodo scientifico? Pizza farcita o rigorosamente margherita?

Nel frattempo, #iorestoacasa … e mangio pizza!

Beatrice 🙂

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